Quali sono i principali obiettivi di «AB Agrivenatoria Biodiversitalia» costituita e presentata nei giorni scorsi da Coldiretti e Cncn, che in alcune realtà del mondo venatorio ha suscitato polemica? Sviluppare il patrimonio di biodiversità, valorizzando l’immagine ed il ruolo delle imprese e delle attività faunistiche-venatorie nell’economia dei territori, nella tutela dell’ambiente e del paesaggio e nella promozione dei valori di solidarietà sociale; promuovere i vantaggi derivanti da un’attività sostenibile e moderna, sensibilizzando le nuove generazioni e avvicinarle ad una visione integrata e siner-
gica dell’agricoltura, della natura e della caccia. Sviluppare azioni di comunicazione coordinate sul piano nazionale e locale; sensibilizzare le nuove generazioni mediante attività da organizzare in collaborazione con gli istituti scolastici, volte all’accrescimento della formazione di studenti e di insegnanti a contatto con esempi reali di tutela della biodiversità; strutturare una rete di Enti, Università ed Istituzioni per la creazione e lo sviluppo di progetti scientifici e didattici che valorizzino il ruolo di patrimonio di biodinamicitàche le impresefaunistiche e venatorie costituiscono.
L’ AnuuMigratoristi si è già espressa in proposito con un comunicato dopo che alcune associazioni avevano esternato preoccupazione e timori per il futuro della caccia programmata derivanti da questa iniziativa di Coldiretti e Cncn.
Ognuno è libero di pensarla come vuole, ma perchè arrovellarsi sulla base di presunzioni, timori, ansie, sospetti ed ideologie anche politiche, che provengono solo da un modo di vedere le cose strettamente legato ad un passato da superare per il bene della caccia in Italia?
La risposta. Nell’elenco degli obiettivi di AB, non vediamo rischi, non vediamo «riserve» contro tutti, non vediamo intenzioni di privatizzazione della caccia, ma vediamo invece molti dei punti che già proposti dalla nostra associazione, dovrebbero caratterizzare un pro grammaconcreto dell’associazionismo venatorio italiano unito a fare sistema e vincere le tante sfide.
Ma mentre le nostre associazioni non riescono a fare questo passo in troppi Atc e Cac, ancora oggi, la gestione agro-ambientale e faunistica è ferma all’«abc» e non si è sviluppata una concreta collaborazione tra mondo venatorio e mondo agricolo.
Coldiretti e Cncn sono partiti basandosi sulla concretezza e la pragmaticità della rappresentanza di imprese, quelle faunistico-venatorie, immediatamente spendibili sul piano dell’immagine grazie agli ambienti che preservano e gestiscono a fini venatori, salvaguardandoli da devastanti usi alternativi, con un programma che, a nostro modesto avviso, se realizzato come annunciato, non potrà che far bene a tutta la caccia, in tutte le forme. Invece che criticare e prendere le distanze da questa iniziativa di Coldiretti, bisognerebbe che si sviluppasse un nuovo e più fecondo rapporto esteso a tutto il mondo agricolo, che trasferisca il saper fare sul piano ambientale e faunistico a tutto il sistema a caccia. Per vocazione e storicità, nella nostra Associazione sono forse più evidenti e sentite le esperienze di collegamento tra agricoltori e cacciatori migratoristi titolari di appostamenti fissi che richiedono prioritariamente questo collegamento.
Appostamenti che divengono giardini e esempi di bellezza, biodiversità, gestione territoriale patrimonio della collettività. Se vogliamo dare un futuro alla caccia siamo obbligati a guardare avanti e non al passato, facendo conoscere la caccia all’opinione pubblica come fattore insostituibile di gestione, tutela e miglioramento ambientale e faunistico in un rapporto con le imprese agricole su tutto il territorio.