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Lo scorso 8 agosto è stata trasmessa alla Conferenza permanente per i rapporti fra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano la bozza del Piano sulla gestione del lupo al fine dell’acquisizione del relativo assenso.

Il Piano Nazionale Lupo – nella versione aggiornata e modificata in fase di approvazione – dovrebbe, sul modello di altri piani nazionali adottati da alcuni Paesi europei, servire a definire le linee guida per la gestione del lupo e la convivenza con le attività umane danneggiate dalla presenza del predatore, anche con deroghe alla tutela dell’animale protetto che ne consentano il contenimento numerico.

I lavori di adozione del Piano aggiornato, interrotti all’inizio del 2021 a causa delle divergenze interne ad alcune Regioni rispetto alla condivisione dei contenuti dello stesso, durano da molti anni e le vicende politiche estive che hanno portato alla caduta del Governo precedente non hanno fatto altro che allungare ulteriormente le tempistiche.

Per tale ragione, anche i giovani agricoltori dell’Euregio – che include operatori del Trentino-Alto Adige e del Tirolo – nell’affermare che i “grandi carnivori non conoscono confini, per questo non devono conoscerli neanche le norme di gestione”, sottolineano che la zootecnia di montagna, con la gestione dei pascoli e delle malghe, è messa a rischio dall’espansione incontrollata di lupi e orsi. In questo senso i giovani agricoltori dell’Euregio chiedono di utilizzare un approccio transfrontaliero.

Allo stesso modo la Regione Piemonte dall’estate scorsa chiede un incontro urgente con il Ministro della Transizione Ecologica per definire le azioni che, nell’attesa dell’approvazione del “Piano lupo” ed in situazioni di emergenza, possono essere messe in atto per contenere l’aumento delle predazioni e il problema dell’avvicinamento del lupo alle zone abitate.

A metà della stagione estiva appena conclusa, il MiTE, in collaborazione con Ispra e con i ricercatori del progetto Life Wolf Alps Eu, ha reso pubblico il primo monitoraggio nazionale del lupo condotto tra il 2020 ed il 2021. I numeri che sono emersi da questo studio stimano tra gli 800 e i 1100 i lupi presenti nelle regioni alpine, in particolare nelle zone del Piemonte, della Liguria e della Valle d’Aosta.

In tutto, le stime 2020/2021 parlano di circa 3.307 lupi sull’intero territorio italiano, esemplari che con ragionevole certezza si presumono aumenti nel corso del 2022.  

Questi numeri preoccupanti richiamano la necessità di un tempestivo intervento del Ministero della Transizione Ecologica.

Si tratta, infatti, di una situazione oramai insostenibile: sono quotidiani gli avvistamenti effettuati da residenti ed escursionisti anche in zone collinari e di pianura.

Si registra, infatti, un aumento di segnalazioni da parte di amministratori locali, associazioni di allevatori e pastori di avvistamenti e attacchi, anche ad animali domestici in aree densamente popolate.

Non si tratta più di un fenomeno isolato, per il quale sono sufficienti azioni di protezione e dissuasione da parte delle singole Regioni, ma un fenomeno che richiede l’approvazione in tempi rapidi del “Piano lupo nazionale” ed una strategia condivisa ed efficace per il controllo di lupi ed ibridi, con ricorso a deroghe laddove necessario. La questione degli ibridi tra lupo e cane è un’altra dele criticità da risolvere sia dal punto di vista naturalistico e di tutela della biodiversità, sia da quello della minor diffidenza che l’ibrido può mostrare nei confronti dell’uomo.

Infine, si segnala che il 28 novembre 2022 si è tenuta la riunione del Comitato permanente sulla Convenzione di Berna, nell’ambito della quale si è discusso della posizione che l’Unione europea terrà in merito alla proposta di emendamento circa l’eliminazione del lupo dalla lista dell’Allegato II (Specie faunistiche che particolarmente protette) e dell’Allegato III (Specie faunistiche protette) alla Convenzione stessa.

Qualora l’Unione europea decidesse di sostenere tale emendamento e qualora venisse adottato, potrebbe essere più semplice a livello europeo intervenire con misure e deroghe alla direttiva Habitat per una gestione del Lupo più funzionale alla convivenza con le attività antropiche.